Dal 20 luglio al 6 agosto Piazza Santa Croce si prepara ad accogliere Roberto Benigni e il suo TuttoDante. Dodici gli spettacoli previsti per quest’estate, l’attore declamerà altri canti dell’Inferno: dall’XI al XXII.
Il successo delle edizioni passate ha confermato che TuttoDante è un evento unico nella storia dello spettacolo, un ineguagliabile ed entusiasmante percorso in cui si alterneranno, nella prima parte, satira e grande comicità su argomenti ispirati all’attualità e, nella seconda, emozionante e travolgente poesia dei versi danteschi. Il teatro sotto le stelle, allestito in Piazza Santa Croce, potrà accogliere ogni sera 6mila spettatori. Roberto Benigni ha voluto che il prezzo rimanesse lo stesso delle edizioni passate così da dare a tutti la possibilità di poter apprezzare i canti dell’Inferno.
Canto XIII
Dante e Virgilio si inoltrano nel fitto bosco che occupa il secondo girone del settimo cerchio: fra gli arbusti secchi e gli alberi spogli risuonano i lamenti sinistri delle Arpie, uccelli dal volto umano. Su invito di Virgilio, Dante spezza un ramo da un pruno: insieme al sangue esce la voce lamentosa di Pier della Vigna, funzionario prediletto dell’imperatore Federico II, che racconta la sua vicenda, indicando nell’ingiusta accusa di tradimento il motivo che lo portò al suicidio. Quindi spiega come le anime dei suicidi siano trasformate negli alberi della selva, straziati dalle Arpie, e preannuncia che il giorno del giudizio i dannati non si rivestiranno del corpo di cui si privarono volontariamente, ma lo appenderanno ciascuno al proprio albero. Improvvisamente compaiono due dannati, colpevoli di aver distrutto i propri averi, inseguiti da un branco di cani affamati che riescono a raggiungerne e a dilaniarne uno. Dante e Virgilio si avvicinano al cespuglio devastato dallo scialacquatore nel tentativo di nascondersi ai cani: dagli sterpi esce la voce e il racconto di un suicida fiorentino, negatore di sé al punto di rimanere anonimo.