Make it clear: Gizmodrome is a band, not a studio project!
Gizmodrome is the brainchild of four musicians who have all reached the commanding heights of their profession and who are all very much committed to this band. It’s not meant to be a oneoff side project but the beginning of something truly unique and exciting.
The name is actually set together out of: 1. Gizmo, which is a gadget and stands for the excitement, creativity and joy of this band 2. d’Rome, which is a secret hint that band and album arise in Italy To establish these four incredible musicians as a band it’s also key to consider their individual careers and make people aware of this high quality “All-Star-Band” by using their faces on the cover as well as their names.
With a collective CV that includes The Police, Level 42, King Crimson, David Bowie, Frank Zappa, Talking Heads and PFM just for starters, Gizmodrome is hardly your average new band on the block. But the spirit of adventure and camaraderie that characterizes their music – a cosmopolitan blend of progressive rock and a pinch of punk with a heavy twist of avant-garde humour – is reflected in the unlikely origins of the group.
Gizmodrome is unpredictable and pioneering and they’ve created one of the most exciting and versatile albums of 2017. Stewart Copeland is known for his exceptional drum style with The Police. He is obviously the wild talent behind the drums but in Gizmodrome he also takes the role of main singer. The combined voices of King and Belew – both experienced lead singers in their own right – have been deployed as the choral dream team. The chorus lines and other melodic hooks provided by their impromptu vocal partnership is another key part of the band’s largely accidental formula.
“Vorrei tornare ad avere la testa del ventenne per dire a me stesso: oh, ma che roba hai fatto?!”. La racconta così, Vittorio Cosma. Da qualche mese il compositore, pianista, produttore, partner in crime di Elio e le Store Tese è membro dei Gizmodrome, il gruppo in cui suona le tastiere con Stewart Copeland dei Police, Adrian Belew dei King Crimson e Mark King dei Level 42. Il risultato, l’album omonimo, è spassoso e un po’ surreale, interamente basato sulla spontaneità delle performance che si sono svolte nello studio milanese di Cosma e alle Officine Meccaniche di Mauro Pagani. È un disco anzitutto di musicisti: loro si divertono e di conseguenza fanno divertire chi li ascolta.
“È un progetto nato da me e Stewart, un divertissement per suonare dal vivo quando veniva in Italia. Poi un giorno il mio amico e produttore Claudio Dentes è venuto a trovarmi e mi ha detto che ero pazzo a non fare un disco con Copeland. Ho chiamato Stewart, gli ho proposto di far suonare la chitarra ad Adrian, che per me è un mito e con cui avevo suonato in un Dopofestival, a Sanremo. Chi chiamiamo al basso? Ci è venuta l’idea di coinvolgere qualcuno che non c’entrava niente. Stewart ha mandato un sms a Mark King che nel giro di mezz’ora ha risposto: ci sto”. Quest’idea di spontaneità si riflette nella scelta di suonare in grande libertà e nella decisione di non rifinire il disco cercando il singolo perfetto o la canzone accattivante. “La mancanza di committenza ci ha reso liberi”, dice Cosma. “Era una situazione da amici, non da supergruppo col fiato dei manager sul collo”. “Gizmodrome” è un parco giochi per musicisti che suonano in libertà. Come recita il testo di “Summer’s coming”, “non avrebbero dovuto farmi uscire dallo zoo”.
Non cercate grandi composizioni in “Gizmodrome”, ma quattro ottimi musicisti provenienti da mondi lontanissimi che si mettono assieme e creano musica in totale libertà. Cadono occasionalmente in ingenuità e lungaggini, ma fa parte del gioco. “Dentro questo disco c’è spontaneità, verità e gioia”, dice Cosma. Ci sono canzoni fischiettabili sugli zombie, poliritmi, assoli schizzati, interessanti fioriture, sense of humour. E poi, un pezzo basato su un riff che Stewart scrisse per il la colonna sonora del videogioco “Spyro the dragon” (“Zombies in the mall”), uno strumentale che ammicca alle sigle dei telefilm anni ’70 (“Stark naked”), un pezzo già abbozzato per uno spin-off di “Star wars” (“Stay ready”) e uno basato su un groove ideato per Taylor Hawkins (“Sweet angels”). Ci sono echi delle band in cui hanno suonato i protagonisti, ma neanche tanti. Ad esempio, “Spin this” è l’unico brano in cui King tira fuori lo stile slap per il quale è celebre, mentre il testo rimanda agli anni ’80, quando Copeland era oggetto dell’attenzione dei tabloid.
Tra le sorprese del disco c’è la decisione di far cantare soprattutto il batterista, celebre come batterista, arrangiatore, compositore, certo non come vocalist. “Ma le canzoni sono soprattutto sue, era giusto che le cantasse lui. Dal disco emergono le sue doti di storyteller che fino a oggi non sono state molto considerate”. Copeland non è un gran cantante, usa una sorta di parlato ritmato che si sposa bene con il carattere narrativo e umoristico di certe canzoni, ma che alla lunga può risultare limitante. Forse si poteva dare più spazio a cori e armonie vocali che si sentono qua e là. “La prossima volta” afferma Cosma “daremo più spazio alla voce di Adrian”.
La milanesità del progetto è accentuata dalla presenza di Elio, che interpreta in una specie di miscela di italiano e inglese maccheronico una canzone nonsense intitolata “Zubatta Cheve” (a proposito di strane espressioni, “Amaka pipa” sta per “American people”). “Alla fine questo disco è un po’ Elio e le Storie Tese internazionale”, scherza Cosma che non sapeva che il libretto del CD avrebbe ospitato foto scattate nel suo studio. “Guarda qui, pazzesco, c’è anche il mio cane”, dice sfogliando il libretto. “Stiamo già pensando a un tour mondiale e al secondo album”.
PS. Esiste anche un EP in edizione limitata titolato “Riff tricks. The Instrumentals Vol. 1”. Contiene le versioni strumentali alternative di sette di queste canzoni prodotte ad Amburgo da Eike Freese senza avere ascoltato i mix finali inclusi nell’album. È, insomma, una visione alternativa dell’album. L’ottava traccia è “Zombies in the mall” cantata da Raiz.