I brani più rappresentativi dello sterminato repertorio dell’ultimo dei cantastorie rivisitati dal più estroso e originale dei crooner di casa nostra, con la sapiente tessitura armonica ordita da Carlo Muratori e l’apporto di altri esponenti di spicco della nuova scena musica- le italiana. Frammenti di luccicante bellezza che, come tessere di un mosaico, convergono nella rappresentazione dolente e stralunata di un Sud assunto come metafora di una con- dizione più generale dove l’epica lascia presto il passo all’ironia per cantare, a passo di danza, la delusione amara di un presente eternamente eguale a se stesso.
Concepito come la rappresentazione di un simbolico passaggio di consegne dall’antesi- gnano del folk revival in Italia al più emblematico esponente della cosiddetta “onda cala- bra”, lo spettacolo intende ricreare sul palco l’atmosfera dei vecchi racconti in musica dei cantastorie, restituita alla visione e all’ascolto secondo modalità e forme espressive al passo con i tempi. Sull’esile tappeto musicale di quei racconti si è così innestata una ricca fioritura di suoni, ritmi e melodie per animare una straordinaria macchina musicale, esalta- ta dalla voce potentemente espressiva, e ricca di una sorprendente pluralità di declinazio- ni, di Peppe Voltarelli, mentre ai quadri statici dei vecchi cartelloni da cantastorie si sono sostituite più dinamiche installazioni multimediali, con l’intento di recuperare a una fruizio- ne più estesa e pienamente condivisa pagine memorabili della cultura e della canzone d’autore italiana.