Ci ha conquistato con i ricordi della sua “Guardia 82”, ci ha commosso cantando le vicissitudini di (noi) Poveri Cristi. E adesso torna con “Il Cammino di Santiago in taxi”, storie agrodolci, ironiche, romantiche, in perfetto stile Brunori. Gran momento per il cantautore calabrese.
Registrato con lo studio mobile di Vinicio Capossela, in un ex-convento di Cosenza), “Vol. 3 – Il cammino di Santiago in taxi” esce per quella Picicca Dischi fondata dallo stesso Brunori insieme a Simona Marrazzo e Matteo Zanobini. 11 brani che, come fotografie, ritraggono il presente attraverso la poetica semplice, romantica e ironica di Dario Brunori, con cui ha già ottenuto un Premio Ciampi e una Targa Tenco.
“Il cammino di Santiago in taxi è, anzitutto, una storia vera – spiega lo stesso Brunori – storia di una signora “bene” che decide di coniugare, a suo modo, ricerca spirituale e massimo comfort. Ma non di lei si parla in questo disco. Tanto meno del cammino di Santiago di Compostela.
Il tema dell’album è, a grandi linee, la tensione (in me irrisolta) tra profondità e superficie, tra cuore e cervello, o meglio tra cervello emotivo e cervello razionale, ed in particolare l’attrito fra due concetti diametralmente opposti.
Da un lato il convincimento romantico/ottocentesco che il “tesoro” della vita sia nascosto in profondità e che perciò necessiti di fatica, impegno e pazienza per poter essere scovato. Dall’altro, l’attitudine (imperante nella nostra epoca) di fuggire da quegli stessi valori per frazionare l’esperienza e il senso dell’esistenza in una miriade di piccoli gesti spettacolari, divertenti, medi(ocri?), veloci, superficiali, privi di sacralità.
Sono nato alla fine degli “impegnati” anni ‘70, e poi cresciuto nei “frivoli” ‘80, per cui in me, lo confesso, convivono (non sempre beatamente) entrambe le attitudini. Una contraddizione in termini tra anelito alla profondità e desiderio di arrivarci il più presto possibile per passare a fare altro…”
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